A causa delle discussioni e incertezze fra gli Stati membri, solo il 30-40% degli elettori europei si sono recati alle urne e il 66% in Italia, contro l'84% delle politiche
SANTA MARGHERITA LIGURE
«Da questa crisi non potremo certamente uscire tornando indietro» ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini nell’intervento che ha concluso la prima giornata del convegno dei giovani imprenditori a Santa Margherita Ligure. «Si è creato un processo trasformativo che ci porterà sicuramente a nuovi equilibri internazionali – ha proseguito – sicuramente a una nuova governance e, ci auguriamo, a una nuova regolamentazione dei sistemi finanziari. La crisi è globale e nessuno può tirarsi fuori, dobbiamo trovare insieme le soluzioni».
Sul tema dell’Europa, una settimana dopo il voto per il Parlamento dell’Unione, il ministro degli Esteri ha ribadito che il Trattato di Lisbona deve entrare in vigore «così com'è, senza ripensamenti e senza che sciagurate ipotesi di referendum tornino a sbarrargli la strada. Sono proprio le discussioni fra Stati membri che portano i paesi europei a votare con il 30-40% dell'affluenza alle urne e anche l'Italia con il 66% contro l'84% dei votanti alle politiche». L'Europa, secondo Frattini, deve «abbandonare alle radici le tentazioni di neoprotezionismo: se c'è stata una grande conquista sul terreno dell'economia, è stata proprio il mercato interno». Solo se riconquista un suo ruolo nello scenario internazionale, è il parere del ministro degli Esteri, l'Europa potrà evitare lo «spauracchio di un G2, un asse pacifico fra Usa e Cina».
Frattini ha confermato a Santa Margherita Ligure quanto già aveva detto in precedenza da Roma, ai microfoni di SkyTg 24, che l'amicizia tra Italia e America non sarà intaccata dalla visita del leader libico Muammar Gheddafi a Roma. Frattini, che già giovedì aveva espresso «disaccordo con il colonnello Gheddafi», dopo che questi aveva paragonato le azioni degli Stati Uniti nel 1986 a quelle terroristiche di Osama Bin Laden. Il ministro degli Esteri itaiano ha inoltre negato che la visita di Gheddafi a Roma possa creare problemi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, impegnato lunedì prossimo nel suo primo incontro alla Casa Bianca con Barack Obama: «La nostra amicizia con la Libia ha dato un segnale importante a tutta l'Africa. Quanto all'America noi ci riteniamo un partner amico, un amico fraterno degli Stati Uniti, abbiamo lavorato e lavoreremo con questa amministrazione, di cui condividiamo tutte le mosse finora adottate nella politica internazionale».
Non c'è nessuna rivalità nemmeno tra G-8 e G-20, quanto piuttosto una stretta collaborazione. Il ministro degli Estri ha sottolineato la piena collaborazione tra Berlusconi, presidente di turno del G8, e il premier britannico Gordon Brown, presidente di turno del G-20, per la preparazione del vertice del G20 a Londra, dello scorso aprile, e di quello del G-8 dell'Aquila del prossimo luglio. «Stiamo collaborando anche alla preparazione del prossimo G-20 - ha aggiunto - previsto in autunno a Pittsburg. Anche l'Africa è oggi un attore politico. Negli incontri che ho avuto in questi giorni molti esponenti dei Paesi africani hanno detto che non possono accettare né soldi né strategie, ma che chiedono solo una sedia accanto a noi per decidere insieme. Il principio dell' inclusività è oggi fondamentale. La soluzione non è il formato, G-8 o G-20, perché non si può decidere in otto ma nemmeno in venti. L'efficacia dei processi decisionali sta diventando una regola fondamentale».
